LA RECENSIONE:
La musica come veicolo di conoscenza reciproca e collante relazionale, come strumento di amplificazione di sentimenti inespressi e reconditi, come espressione dei moti dell’anima. Il cinema che ‘interiorizza’ le sette note, riverberandole in forme esplorative dei rapporti fra gli individui, non è certo una novità. Moltissimi gli esempi illustri, ai quali, con toni da commedia, si accoda anche L’orchestra stonata. La leucemia che viene diagnosticata ad un celebre direttore d’orchestra, il quale, avendo bisogno del trapianto di midollo osseo, scopre dalle indagini sulla compatibilità dei familiari non solo di essere stato adottato, ma anche di avere, nel Nord della Francia, un fratello consanguineo, un modesto operaio che suona il trombone nella banda comunale, è la scintilla narrativa del terzo lungometraggio dell’attore e sceneggiatore Emmanuel Courcol.
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