Tra le varie sezioni allestite dalla 17ª Festa del cinema di Roma, all’interno di un cartellone estremamente eterogeneo, è possibile rintracciare sul filo del tempo, senza pretesa di esaustività, alcuni titoli caratterizzati da architetture narrative che, da un lato, retrocedono al passato (nel tentativo di parlare indirettamente al presente) e, dall’altro, affrontano invece la contemporaneità (per decifrare, in qualche modo, un futuro prossimo, alquanto incerto).
Foudre di Carmen Jaquier, ad esempio, indietreggia le vicende all’estate del 1900, mettendo in stridente contrapposizione la pace del convento nel quale la diciassettenne Elisabeth sta facendo il suo noviziato con le inquietudini generate, dopo la morte improvvisa della sorella maggiore, dal suo rientro nel villaggio di montagna dove è cresciuta.
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