Un concorso, intitolato Progressive cinema, non particolarmente esaltante (anzi, con molti titoli modesti), ma ravvivato, lo scorso 26 ottobre, dall’attribuzione ai vincitori di premi rispettosi dei valori emersi in gara. I due riconoscimenti principali della Festa del cinema di Roma, in particolare, a sipario calato sulla diciannovesima edizione della rassegna capitolina, sono apparsi del tutto appropriati.
Miglior film alla Festa del cinema di Roma: Bound in heaven
L’esordio alla regia della sceneggiatrice Huo Xin è parso assai meritevole del Premio per il miglior film, oltre ad aver conquistato anche quello per la migliore opera prima: non solo perché, a livello narrativo, Bound in heaven affronta temi raramente esplorati nel cinema cinese contemporaneo (la violenza domestica, la malattia terminale, una love story tutt’altro che convenzionale), ma anche e soprattutto perché provvisto di uno sguardo filmico maturo e penetrante.
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